Da tutta l’Italia, anche dal Piemonte e da Novara e Verbania, sono partiti compagne e compagne per partecipare alla grande manifestazione di Roma. Ringrazio tutti i nostri iscritti e non iscritti che hanno aderito con noi alla manifestazione e nel pubblicare alcune foto nostre e della manifestazione di Roma, di seguito riporto l’articolo pubblicato su Collettiva della CGIL.
È un Maurizio Landini particolarmente emozionato quello che prende la parola per concludere la grande giornata di mobilitazione nella Capitale che la Cgil insieme a oltre 100 associazioni hanno voluto “intitolare” alla nostra Carta: “La Via Maestra, insieme per la Costituzione”.
Due le parole più ricorrenti nel discorso del segretario generale della Cgil: “pace” e “insieme”: “Siamo qui – ha detto – nelle nostre diversità, ma sono diversità che, anziché dividerci, ci uniscono ancora di più. Perché siamo noi che questo paese lo vogliamo tenere insieme”. E uniti però da una cosa importante: “Siamo quelli che lavorando tengono in vita questo Paese o quelli che, se sono in pensione, lo hanno fatto per 40 anni pagando i contributi e contribuendo mandarlo avanti questo Paese”.
Siamo quelli che “credono nella giustizia, e nella lotta allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Ed essere qui, in questa piazza, è per dire che “è il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che le cose non si possono cambiare”. E invece lo si può e deve fare (“non pensiamo di avere solo diritti – ha sottolineato – ma anche doveri”) nel segno della via maestra della Costituzione, “figlia della cultura cattolica, socialista, comunista e di giustizia e libertà che insieme hanno costruito la democrazia, sconfiggendo fascismo e nazismo”.
Quello che la Carta ci dice
E qui non poteva ovviamente mancare il ricordo dell’assalto fascista di due anni fa alla sede della Cgil, a cui seguì “la grande manifestazione del 16 ottobre, anche quella una grande risposta”.
Ma citare la Costituzione non può rimanere esercizio astratto. Perché, ha scandito Landini, “la nostra Carta parla di cose precise: del diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, a un salario dignitoso, a un fisco progressivo, all’autonoma della magistratura, alla libertà dell’informazione”.
Pace, non guerra
La Costituzione, ha aggiunto, “parla di pace e non di guerra”. E per la pace, ricorda, “abbiamo manifestato il 5 novembre scorso, per condannare l’invasione dell’Ucraina, ma per dire anche che bisognafare in modo che la guerra non torni a essere strumento di regolazione dei conflitti e per questo la politica, gli Stati devono muoversi”.
Perché sono le persone a subire i danni atroci della guerra, ha ricordato il leader della Cgil, dai 500 mila morti della guerra in Ucraina fino all’attacco di Hamas in Israele che “condanniamo duramente”.
Qui per cambiare la situazione
“La nostra oggi è una società che mette tutti in competizione, gli uni contro gli altri – ha detto il segretario -. Questo ha determinato un aumento delle diseguaglianze senza precedenti, concentrando la ricchezza in mano a pochi, mettendo i lavoratori l’uno contro l’altro, i precari gli uno contro gli altri, gli italiani contro gli stranieri”. Una società con troppe iniquità: “C’è chi si può curare e chi no, chi può studiare e chi no, chi lavora e chi no. Ecco allora cosa vogliamo fare con questa giornata: non siamo qui per protestare, ma per cambiare la situazione“.
Poi il passaggio sulla violenza sulle donne: “Non è un problema delle donne, è un problema della cultura di noi uomini: dobbiamo avere l’umiltà di capire ed essere disponibili a cambiare”. È anche “la cultura della guerra”, a suo avviso, che genera violenza nei rapporti tra le persone.
La lotta per la Costituzione è all’inizio
Con la Via Maestra “non finisce la lotta per l’applicazione della Costituzione, ma comincia. Inizia un’azione in ogni territorio, luogo per luogo, in cui il diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione vengono praticati nel concreto. Dobbiamo tornare a costruire una comunità – ha detto Landini -. Ricordiamoci che la vera solidarietà non si fa tra uguali, si fa se qualcuno che sta meglio si batte per chi sta peggio. Noi vogliamo ricostruire la solidarietà sociale tra le persone”.
Il “vero nemico”, dunque, “non è lo straniero, non è quello accanto a me assunto a termine, ma è chi ci sfrutta: chi fa le politiche, chi deve cambiare le leggi e non lo fa. Anche questo governo, che dopo un anno va nella direzione di manomettere la Costituzione”.
Il governo aumenta le divisioni
Il leader della Cgil è tornato a criticare l’esecutivo. “Non c’è bisogno di aumentare le divisioni con l’autonomia differenziata – queste le sue parole -. Invece di cambiare il governo ha aumentato i voucher e liberalizzato i contratti a termine. Ha liberalizzato anche i subappalti, una ‘porcheria’ che non dobbiamo smettere di denunciare, perché nei luoghi di lavoro le imprese si sono riorganizzate con subappalti e finte cooperative. In questo modo le persone che fanno lo stesso lavoro non hanno più gli stessi diritti: questo ha determinato una competizione a ribasso con pezzi del mercato che sono in mano alla malavita. Combattiamo i subappalti”.
Aumentare i salari significa rinnovare i contratti. “Bisogna introdurre un salario minimo per legge, sotto il quale nessun lavoratore può essere pagato. Cinque o sei euro l’ora è una paga da fame, inaccettabile”. Poi sulla crisi climatica: “Non si può negare l’esistenza, come fa il governo, non si può rimandare il tempo delle scelte. I cittadini delle zone alluvionate non hanno ancora visto un euro dallo Stato”.
Avanti fino all’obiettivo
Sul nodo delle risorse, ha ribadito Landini, “bisogna andare a prendere i soldi dove sono. Non è vero che in Italia non ci sono, abbiamo 110 miliardi di evasione fiscale, bisogna prenderli lì, non si può continuare a vivere sui lavoratori dipendenti e pensionati che pagano il 95% dell’Irpef. Bisogna tassare le rendite finanziarie e immobiliari”.
In conclusione, citando Rodotà, Maurizio Landini ha ricordato le due idee di società diverse che sono in campo. Assicurando che quello di oggi è l’inizio di una grande mobilitazione: “Faremo una battaglia senza limiti, finché non avremo ottenuto il risultato: ci sono le condizioni per poterlo fare. Siamo noi che rappresentiamo la maggioranza di questo Paese. Non possiamo stare fermi, vogliamo batterci. Prendiamo un impegno: noi non ci fermeremo. Andremo avanti fino a quando non avremo raggiunto gli obiettivi“.